Seminari: Primavera Araba e Temporary Social MediaPresentazioni e paper dei seminari svolti il 25/03/2014, relative alle rivoluzioni della Primavera Araba ( N. Campaci, G. Gelmetti ) e al nuovo Fenomeno dei Temporary Social Media ( A. Campanella, L. Tarallo). I due seminari si collegano per le tematiche affrontate. Di seguito i due abstract dei seminari: La Primavera Araba, una Rivoluzione 2.0Nel 2011 il mondo arabo è stato protagonista di una serie di movimenti sociali, proteste e rivoluzioni senza precedenti, nell’insieme identificati come “Primavera Araba”. Numerosi sono stati gli studi e le considerazioni riguardo il rapporto tra Internet, in particolare i social network, e la diffusione e il coordinamento di queste rivolte. Si è preso in considerazione il cambiamento nel modo di comunicare, che si trasforma in una “autocomunicazione di massa”, la quale ha come fulcro le nuove piattaforme di comunicazione digitale, che permettono alle persone una comunicazione orizzontale e interattiva, slegata dal controllo dei regimi. Qual è stato quindi il vero ruolo di Internet e dei social network? Ha avuto una funzione fondamentale per le rivolte o solo marginale? Si è così cercato di rispondere a queste domande, analizzando le motivazioni che hanno portato i popoli nordafricani ad occupare le piazze e come questi fattori sono correlati con il mondo online. In particolare si sono presi in considerazione i due casi principali, quello tunisino, che è stato il primo movimento sociale di questo nuovo genere, e successivamente il caso egiziano, il quale ha avuto un maggiore riscontro mediatico. Temporary Social MediaLa scelta di cosa ricordare e cosa dimenticare è sempre stata fondamentale nelle società di ogni tempo: ricordare qualcosa voleva dire attribuirne importanza e dimenticare eliminava il superfluo. La memorizzazione era molto costosa, economicamente e temporalmente. La selettività della memoria permetteva la libertà e la spontaneità delle azioni e delle conversazioni. Nel mondo digitale, invece, dimenticare anche le cose quotidiane e banali non è più possibile, in quanto tutto viene salvato e archiviato: ricordare è divenuto il default. Le persone e la società sentono però la necessità di un oblio digitale: scegliere cosa salvare e cosa cancellare, rendendo il mondo online più simile al mondo offline, garantendo la reputazione, la spontaneità e l’oblio digitale. Vi sono anche leggi che introducono il concetto di oblio digitale. Sull’onda della necessità di contenuti “temporanei” sono nate alcune applicazioni che permettono di gestire temporalmente i contenuti. La più diffusa e la prima è Snapchat, che dà la possibilità di inviare foto che “durano” al massimo 10 secondi e poi vengono eliminate, simile a Poke, sviluppata da Facebook. Per quanto riguarda l'invio di testo ci sono Confide, Wickr e Telegram. Con queste nuove tecnologie, estendibili oltre il campo dei vari tipi di “chat”, si può riuscire a recuperare una dimensione di spontaneità nelle relazioni online, salvaguardare maggiormente la privacy e la reputazione e ripristinare l’oblio digitale, favorendo la qualità dei contenuti rispetto alla quantità.
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